martedì 4 maggio 2010

Consigli per le letture # 3


John Fante
Chiedi alla polvere

Può un libro edito nel 1939 appassionare un ventenne degli ormai maturi anni Duemila? Può farlo sentire partecipe delle vicende narrate sulla carta, vicino a gioie e disgrazie del protagonista?
Se il libro in questione è stato scritto da John Fante la risposta è sì.
Ed è quello che mi è capitato leggendo ogni libro del grande scrittore italo-americano e, in particolar modo,“Ask the dust”, o “Chiedi alla polvere” per i più profani.
Le vicende di Arturo Bandini, mitico alter ego dell’autore, trasudano letteralmente ormoni , ti schiantano con una vitalità che farebbe impallidire ( e nel mio caso lo ha fatto) qualunque residuo di nichilismo e vaghezza firmato beat generation.
Perché Fante scrive con il sangue. Il suo Bandini è quanto di più vero possa essere un ragazzo di vent’anni. Con i suoi sogni, le sue delusioni, le sue illusioni, le sue paure.

Ma parliamo del libro. Arturo Bandini è un giovane italo americano emigrato dal freddo Colorado verso il sole di Los Angeles e della California. Vive in un alberghetto a Bunker Hill e sogna di diventare uno scrittore affermato, per poi “prendersi” tutto ciò che ama di Los Angeles, realizzando così il suo “american dream” attraverso la scrittura
Intorno a questo sogno, che diverrà realtà, si inserisce la storia di un ventenne innamorato della vita, delle donne, della libertà.
Libertà che stride con un’educazione familiare fondata su una concezione estremamente bigotta del cattolicesimo. E proprio attraverso gli struggimenti interiori tra il Bandini bohemien e il Bandini chierichetto, Fante ci regala sorrisi e scorci indimenticabili di vita e letteratura.
Nell’intreccio narrativo emerge infine la storia d’amore con la cameriera messicana Camilla ma...attenzione! Dimenticatevi ogni tipo di patetismo; scordatevi passeggiate mano nella mano verso tramonti infuocati. È un caos di odio e amore, di impacci giovanili, di calci e schiaffi, di desideri folli e inspiegabilmente accantonati, di ferocia, ironia, dolcezza, dolore. È Chiedi alla polvere, è John Fante.
Chiudo con le parole di Charles Bukowski, che rievoca il suo incontro con questo libro: “Ecco finalmente uno scrittore che non aveva paura delle emozioni. Ironia e dolore erano intrecciate tra loro con straordinaria semplicità. Quando cominciai a leggere quel libro mi parve che mi fosse capitato un miracolo, grande e inatteso”

Nessun commento:

Posta un commento