mercoledì 12 maggio 2010

Habemus libro

11 Maggio 2010

E Niguarda Blues vide la luce...

martedì 4 maggio 2010

Consigli per le letture # 3


John Fante
Chiedi alla polvere

Può un libro edito nel 1939 appassionare un ventenne degli ormai maturi anni Duemila? Può farlo sentire partecipe delle vicende narrate sulla carta, vicino a gioie e disgrazie del protagonista?
Se il libro in questione è stato scritto da John Fante la risposta è sì.
Ed è quello che mi è capitato leggendo ogni libro del grande scrittore italo-americano e, in particolar modo,“Ask the dust”, o “Chiedi alla polvere” per i più profani.
Le vicende di Arturo Bandini, mitico alter ego dell’autore, trasudano letteralmente ormoni , ti schiantano con una vitalità che farebbe impallidire ( e nel mio caso lo ha fatto) qualunque residuo di nichilismo e vaghezza firmato beat generation.
Perché Fante scrive con il sangue. Il suo Bandini è quanto di più vero possa essere un ragazzo di vent’anni. Con i suoi sogni, le sue delusioni, le sue illusioni, le sue paure.

Ma parliamo del libro. Arturo Bandini è un giovane italo americano emigrato dal freddo Colorado verso il sole di Los Angeles e della California. Vive in un alberghetto a Bunker Hill e sogna di diventare uno scrittore affermato, per poi “prendersi” tutto ciò che ama di Los Angeles, realizzando così il suo “american dream” attraverso la scrittura
Intorno a questo sogno, che diverrà realtà, si inserisce la storia di un ventenne innamorato della vita, delle donne, della libertà.
Libertà che stride con un’educazione familiare fondata su una concezione estremamente bigotta del cattolicesimo. E proprio attraverso gli struggimenti interiori tra il Bandini bohemien e il Bandini chierichetto, Fante ci regala sorrisi e scorci indimenticabili di vita e letteratura.
Nell’intreccio narrativo emerge infine la storia d’amore con la cameriera messicana Camilla ma...attenzione! Dimenticatevi ogni tipo di patetismo; scordatevi passeggiate mano nella mano verso tramonti infuocati. È un caos di odio e amore, di impacci giovanili, di calci e schiaffi, di desideri folli e inspiegabilmente accantonati, di ferocia, ironia, dolcezza, dolore. È Chiedi alla polvere, è John Fante.
Chiudo con le parole di Charles Bukowski, che rievoca il suo incontro con questo libro: “Ecco finalmente uno scrittore che non aveva paura delle emozioni. Ironia e dolore erano intrecciate tra loro con straordinaria semplicità. Quando cominciai a leggere quel libro mi parve che mi fosse capitato un miracolo, grande e inatteso”

sabato 1 maggio 2010

Consigli per le letture # 2


Irvine Welsh,
Crime
Guanda Editore, 2009

Irvine Welsh ritorna sugli scaffali con un nuovo romanzo decisamente innovativo rispetto ai precedenti.
L’autore scozzese lascia infatti appena sullo sfondo ubriacature moleste, risse tra hooligans e lo stile “anfetaminico” dei suoi maggiori successi (Trainspotting, Ecstasy, Porno) e ci sorprende con una storia forte e molto attuale.
Il poliziotto scozzese Ray Lennox, dopo un esaurimento nervoso provocato da un terrificante caso di pedofilia ed omicidio, nel quale non ha saputo salvare una giovane vita, si prende una vacanza a Miami con la compagna Trudi.
È l’occasione per superare i fantasmi dell’ultimo periodo, disintossicarsi da alcol e antidepressivi, ed organizzare il proprio matrimonio con l’avvenente compagna.
Ma la risalita dal dolore non è mai facile soprattutto se accompagnata da pasticche di calmanti e cocktail generosi; e così, dopo un’animata discussione con la fidanzata, il protagonista, preso da una foga autodistruttiva tipica dei personaggi di Welsh, si abbandona per le vie della città americana, finendo in un locale malfamato e poi in un festino a base di cocaina.
La serataccia di “svaghi” prende però una piega decisamente pesante e il poliziotto scozzese si ritrova a dover fuggire con Tianna, figlia di una delle donne conosciute nel locale, e giovane vittima di un circuito di pedofili americani, che ne abusano tenendo sotto scacco la devastata madre.
La ferita apertissima di Lennox ricomincia a sanguinare e per il poliziotto e la piccola Tianna inizia così un tour infernale attraverso la Florida, durante il quale dovranno sconfiggere oltre ai “maledetti pedo”, i rispettivi fantasmi di un oscuro passato, che sta riaffiorando in maniera sempre più dolorosa.
Sotto il sole impietoso di una Miami losca e “sudaticcia”, Welsh ci trascina in un viaggio verso il lato più oscuro dell’animo umano, evidenziandone senza alcun timore debolezze, traumi e perversioni, grazie ad una scrittura sempre coinvolgente ed al solito stile spietato ed inimitabile, che l’ha reso nel tempo “la cosa più bella che sia capitata alla nostra narrativa”, come sintetizza il Sunday Times.

venerdì 16 aprile 2010

Nuvole di Febbraio


Once upon a time...

Quando lo spogliatoio angusto e familiare fu al completo si guardarono negli occhi.
Una luce diversa, uno sguardo differente. Forse il cielo plumbeo aveva intorpidito le loro anime, forse capirono che quella stagione, che si stava rivelando trionfale, avrebbe potuto essere l'ultima insieme. Fu un attimo, racchiuse molto.

Quindi riprese il vociare, i racconti della scuola, i pantaloncini, i calzettoni, i parastinchi che non si trovavano mai...e la formazione, il riscaldamento, le scarpette a sei.

La gente alla rete osservò l'entrata in campo, mentre i ragazzi si posizionavano: carichi, il fuoco dentro, avevano voglia di giocare.
Al fischio dell'arbitro, ore 14.30 di un deprimente pomeriggio di febbraio, sembrò che il tempo si fermasse. Giocarono come mai si era visto: tocchi di prima, finezze, tunnel, dribbling, scatti;gli avversari non esistevano, o meglio, erano derisi.
Passarono in vantaggio, poi il pomeriggio riprese la sua corsa infame.

Cominciarono a "volare" calci e minacce dell'avversario stordito e la poesia della prima mezz'ora lasciò spazio alla confusione. Il primo tempo finì solo 1-0, quasi una beffa. Bevendo il thè caldo dell'intervallo nessuno si accorse del destino che, con un ghigno beffardo, lasciava lo spogliatoio.

La ripresa fu tremenda: due infortuni, i nervi che affioravano, la stanchezza, il pareggio casuale dell'altra squadra. Finì incredibilmente 1-3, con il fango che assaliva le caviglie e gli occhi che diventavano lucidi, di rabbia e delusione.
In quel momento alcuni di loro capirono che forse era tutto finito.

L'anno si concluse con un secondo posto, raggiunto dopo aver dilapidato un enorme vantaggio. Di quella stagione però, non dimenticherò mai la sera dopo quella partita, passata insieme ad alcuni dei ragazzi in un locale della città.
Tra musica alta e sorrisi troppo smaglianti, notai due di loro al bancone; sembravano silenziosi, forse ubriachi, e si guardavano negli occhi.
Quando le luci della pista da ballo illuminarono per un breve secondo i loro visi mi sembrò di scorgere delle lacrime. Forse non era stata solo una partita persa.

lunedì 12 aprile 2010

Consigli per le letture

Leggendolo puoi sentire l'asfalto bastardo della Città pulsare sotto i piedi, puoi sorseggiare una delle troppe birre che avrai sicuramente bevuto oppure vagabondare in una notte ventosa e malinconica...tutto senza nemmeno uscire di casa.
Sembrerebbe la promozione di un nuovo prodotto...non lo è.

La realtà è che questo libro, scritto a "quattro guantoni", ti entra nella carne.
Pulsa e puzza; di vita, speranze, poesia, alcol, sbronze, notti, paura e libertà.
Si, paura e libertà, così lontane eppure così vicine. Perché come dice uno degli autori "Guardati intorno, e guardati da chi si professa libero. Il sapore della libertà è la paura. Solo chi ha paura della libertà ha il coraggio di inseguirla"

Vinicio Capossela vs Vincenzo Costantino
In clandestinità. Mr Pall incontra Mr Mall
Feltinelli, Milano 2009

Waiting "midMay"


L'insostenibile delicatezza del primo post...mi viene da pensare...in realtà sarò poco delicato, o almeno credo.
A metà del prossimo mese di maggio uscirà il mio libro d'esordio "Niguarda Blues"; magari sarà un flop, magari piacerà solo a me, magari piacerà a pochi, magari piacerà a molti...non mi importa.
Sono decisamente impaziente, perché quando avrò quel testo in mano, quando potrò tastare la copertina, sfogliare le pagine, sentire l'odore della carta appena stampata, ecco in quel momento almeno uno dei miei tanti piccoli desideri sarà realizzato.
Concludo con una piccola presentazione.

"Non è un romanzo, tanto meno di formazione. Non è un noir milanese anche se, in fondo, è ambientato a Milano. Non troverete pessimi bar di periferia e nemmeno storie di malaffare. E' solo un piccolo libro, una storia che si intreccia a quelle di altri. Scriverlo è stato fisiologico, inevitabile.
Il mio unico augurio è che seguendone le note "dolciamare", qualcuno possa pensare, sorridere, magari stupirsi nel vedere la propria pupilla un poco irritata."